L’Associazione

Nel Comune di San Giovanni in Galdo, un cenacolo di 13 persone, tre anni fa si sono liberamente riunite per dare vita ad una Associazione Culturale “ Amici del Morrutto”, con lo scopo di creare e sviluppare tutte quelle iniziative che avessero come obiettivo il recupero, per il riuso ed il rilancio del vecchio borgo “MORRUTTO” – muro rotto – ovvero un dedalo di abitazioni risalenti all’anno mille, realizzate con materiali poveri, ma con tecnica sopraffina, così evidente nel risultato della qualità spaziale ed architettonica, innovativa rispetto alla cultura dell’imperialismo romano, dove il cardo ed il decumano erano lì il segno efficiente della legione pronta all’attacco; qui le forti asimetrie architettoniche sono il segno geniale della giusta difesa, che si traduce in una efficiente bellezza.
Bene, l’Associazione, presieduta da Stefano Trotta, consapevole di questa grandissima eredità storica ha deciso di iniziare il recupero del borgo, dopo un attento e puntuale studio di mappatura dei manufatti, per la definizione delle funzioni che il borgo dovrà assumere.
Quindi un progetto di recupero a funzioni integrate, dove, il sistema alloggiativo privato e pubblico, quello culturale, museale, enogastronomico, architettonico, potrà nel breve periodo, fare da volano per la ripresa economica locale.
Il Progetto, fu discusso e presentato prima c/o il Comune di San Giovanni in Galdo con la partecipazione di molteplici rappresentanti di Enti Regionali, Provinciali, Comunali e Turistici/Culturali nonché rappresentati di Associazioni Culturali, poi all’interno dell’esposizione fieristica mondiale EXPO’ EIRE a Milano nel giugno 2013 all’interno del padiglione ANCI e Fondazione Patrimonio Comune ed infine alla BIT 2018 all’interno del Padiglione della Regione Molise.
Il progetto centrale dell’associazione “Amici del Morrutto”, spiega Stefano Trotta, mira a creare opportunità di riscoperta dell’antico borgo con le sue peculiarità architettoniche e paesaggistiche, la riscoperta della genuinità e della serenità di una vita che ancora si può apprezzare nel nostro piccolo paese. L’interesse, la scintilla che ha incendiato la laboriosità dell’associazione, è scoccata confidando nelle possibilità intrinseche del centro storico MORRUTTO: queste possono essere messe in gioco per migliorare nettamente le qualità dell’abitato e di tutto l’ambiente circostante, richiamare a sé persone e idee, fare da volano per un risveglio ideale e fattivo di iniziative lungimiranti e concrete. E’ nostro intento coinvolgere tutte le forme associative del territorio (scuole, anziani, giovani, volontari, e produttori locali) ma sopratutto Enti territoriali in modo tale da creare occasioni di socializzazione e scambi culturali capaci di mettere in relazione i cittadini e i visitatori con la natura, la tradizione, la storia. Inoltre, come accennato prima, interventi di qualità, ben integrati con l’identità locale, possono essere un volano per l’economia e gli investimenti pubblici, svolgere la funzione di catalizzatore per veicolare investimenti privati in aree altrimenti poco appetibili.
Il progetto dell’associazione punta a:
Dare sostegno alle economie delle piccole comunità della Provincia attraverso la costituzione di un sistema turistico sostenibile e alternativo basato sulla ricettività non convenzionale;
Riqualificare gli immobili inutilizzati nel centro storico;
Ottimizzare l’enorme patrimonio paesaggistico provinciale attraverso l’individuazione di un sistema di percorsi naturalistici e culturali;
Valorizzare le produzioni tipiche locali, sia alimentari che artigianali;
Mettere a sistema la rete dei centri storici e dei percorsi naturalistici – culturali, eventualmente, attraverso la costituzione di un marchio provinciale dell’ospitalità diffusa da utilizzare come strumento di promozione nei circuiti di un turismo diverso;
Incoraggiare il contatto tra paesi, ampliando la capacità di risonanza e di mobilitazione delle iniziative,
Utilizzare al meglio le energie sociali disponibili: gruppi culturali, Pro Loco, associazioni, cooperative;
Mobilitare i saperi sociali e le competenze dei contadini, degli artigiani e delle casalinghe nel produrre beni e servizi.
Per far conoscere il nostro Borgo e il nostro Progetto da qualche anno a questa parte all’interno del Morrutto durante tutto l’anno, vengono svolte manifestazioni culturali ed enogastronomiche che attirano l’attenzione di un pubblico più attento e colto, pronto a cogliere tutte quelle differenze culturali così poco evidenziate con il turismo di massa.
La “Festa del Borgo” che si svolge ogni anno il 20 Agosto, è di fatto, l’appuntamento estivo, dove migliaia di persone più i seicento residenti, con impegno ed evidente passione, si apprestano a cogliere visitando il piccolo museo, la strada panoramica sulla rupe, le botteghe artigiane, i concerti musicali, le mostre e l’enogastronomia del borgo, che ci accoglie, lui da spettatore e noi come figuranti/attori tra le sue cinte murarie.
L’Associazione ad oggi conta una ottantina di iscritti e migliaia di contatti telematici (c’è una pagina facebook dedicata Amici del Morrutto – Associazione Culturale – https://www.facebook.com/pages/Amici-del-Morrutto-Associazione-Culturale/785210234833630- ed un sito web www.morrutto.com) che a vario titolo sostengono, promuovono ed incoraggiano il cammino.
L’ultima sfida/iniziativa progettuale in corso d’opera intrapresa insieme all’Amministrazione Comunale che è il nostro primo sostenitore, riguarda la stesura di un protocollo di intesa tra diversi Comuni ricadenti nella zona della Valle del Tappino e del Fortore, perimetrando l’area attraverso uno studio di mappatura del territorio; capace il progetto, di creare rete per il rilancio dei borghi e degli antichi sistemi tratturali sviluppando tutte le possibili attività produttive e non, esistenti tra le nostre comunità – Progetto Bellezza –
Insomma una sfida difficile e complessa, conclude Stefano Trotta, che va comunque affrontata con grande determinazione e impiego di risorse: lo spopolamento delle aree marginali e il declino del nostro territorio è una realtà allarmante, un vero e proprio fattore di rischio, soprattutto per i pochi giovani ancora residenti in loco e purtroppo costretti a cercare una via di fuga per oggettive difficoltà occupazionali.